Non mi era mai successo di visitare una mostra e di sentirmi a disagio. E’ successo alla Triennale di Milano in occasione dell’esposizione Abiti da Lavoro, inaugurata nei giorni scorsi e aperta fino al 31 agosto. Avevo letto molte segnalazioni e mi aveva incuriosito una delle immagini utilizzate per promuovere l’evento, quella di una donna vestita di rosso e pois bianchi e il viso coperto da una casetta in tinta. Chissà che occupazione avrebbe rappresentato? Interessante anche l’elenco dei 40 progettisti che avevano contribuito all’esibizione: da Alberto Aspesi a Nacho Carbonell, da Elio Fiorucci ad Alessandro Mendini, da Issey Miyake a Nanni Strada ad Antonio Marras a Rosita Missoni, solo per citarne alcuni.
Hanno tutti aderito all’invito del curatore Alessandro Guerriero a inventare degli abiti da lavoro. I loro schizzi sono stati trasformati in cartamodelli dai ragazzi dell’associazione Tam-tam e quindi trasmessi ad Arkadia Onlus, dove un gruppo di persone con disabilità li ha trasformati in abiti veri e propri. Abiti da Lavoro, appunto. Interessante.
Eccomi quindi davanti alla vetrata gialla che introduce alla mostra. (altro…)
